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Le Marche sono una distesa gioiosa di rughe e di pieghe, di solchi d'acqua e grumi di roccia. Sono le sfumature verdi degli appezzamenti coltivati che digradano verso il mare collina dopo collina, i piccoli insediamenti e le case sparse, i profumi del tartufo e della norcineria, dell'olio nuovo e dell'uva matura. Luoghi idilliaci, che la storia ha tramutato in scenari di guerra e posti di confine. I Piceni e i Romani, i Goti e i Bizantini, i guelfi e i ghibellini, le truppe sabaude e quelle pontificie: venticinque secoli di eserciti e di battaglie, di assedi e combattimenti. Valli parallele tra l'Appennino e il mare, paesi che per secoli si sono guardati in cagnesco da un colle all'altro e si sono fatti la guerra o perlomeno i dispetti. Grandi contrasti, grande bellezza. La necessità di difendersi ha portato all'incastellamento, facendo sorgere una miriade di borghi meravigliosi aggrappati alla cima delle colline e arrivati a noi come vere e proprie istantanee del Medioevo; la nascita delle signorie ha regalato mecenati capaci di valorizzare gli artisti locali e di chiamarne da fuori, arricchendo anche i borghi più piccoli di straordinari capolavori.